Trappole preistoriche – Museo Geologico del Monticino

MUSEO GEOLOGICO DEL MONTICINO

Trappole preistoriche
Il giacimento paleontologico

(clicca per ingrandire l’immagine) Localizzazione della trentina di piccole cavità paleocarsiche (“tasche”) fossilifere rinvenute nel settore orientale della cava tra il 1985 ed il 1991 (disegno M. Sami).
  1. Il Museo Geologico all’aperto
  2. Un libro di pietra
  3. Il gesso
  4. Indizi del passato
  5. I Gessi brisighellesi
  6. La grotta Tana della Volpe
  7. Rocce e paesaggio
  8. Argille Azzurre
  9. La paleosuperficie messiniana
  10. Trappole preistoriche
  11. Il fronte di cava
  12. Il banco selenitico
  13. La grotticella dei cristalli
  14. Strati scoperchiati
  15. La sezione Li Monti
  16. Gli animali e la cava
  17. Flora della cava
  18. Il gesso e l’Uomo
Anno 1985: attività di scavo presso la “tasca” fossilifera BRS25, in corrispondenza della paleosuperficie erosiva del gesso (foto G.P. Costa).
Metapode fossile di antilope tardo miocenica dalla cava Monticino; lunghezza ca. 21 cm (foto F. Liverani).

La scoperta di alcune ossa fossili di vertebrati terrestri avvenne nell’agosto del 1985 ad opera di un appassionato ricercatore locale, Antonio Benericetti.

In seguito, la collaborazione tra Museo di Scienze Naturali di Faenza e geologi e paleontologi delle Università di Bologna e Firenze permise di recuperare altre migliaia di preziosi reperti.

A pochi metri da qui la tasca BRS8 restituì alcuni fossili di Thalassictys, di aspetto e taglia simili a quelli all’attuale iena maculata. Cranio fossile incompleto della iena preistorica (disegno M. Sami; foto F. Liverani).

I fossili erano inglobati nei sedimenti della F.ne a Colombacci che riempivano alcune fessure carsificate in antico, una caratteristica esclusiva di questo settore della Vena del Gesso.

Il grande interesse scientifico per tale giacimento dipende sia dalla rarità delle paleofaune continentali tardo-mioceniche sia dalla contemporanea presenza, assolutamente eccezionale, di resti di animali di grande e piccola taglia.

Ricostruzione ipotetica dell’ambiente tardo-miocenico romagnolo basata sui reperti della cava Monticino (elaborazione grafica E. Mariani).

Degli animali di grande taglia si rinvengono in prevalenza ossa disarticolate e frammentate per il trasporto e l’accumulo operato dalle acque dilavanti (alcune cavità possono aver funzionato anche come “trappole” naturali!).

L’altissima concentrazione di resti di micromammiferi è invece stata collegata all’attività predatoria di antichi uccelli rapaci. I fossili rinvenuti, ora al Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza, attestano l’insolita presenza di animali come coccodrillo, varano, boa delle sabbie, scimmia, oritteropo, rinoceronte, mastodonte, antilope, iena, sciacallo ecc.

La “Romagna” di 5,4 milioni di anni fa doveva perciò essere caratterizzata da un ambiente simile ad una savana alberata con un clima di tipo subtropicale.

Trappole preistoriche, il giacimento paleontologico nella cava del Monticino
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testi di M. Sami