MUSEO GEOLOGICO DEL MONTICINO
La sezione Li Monti
Il letto della vena

- Il Museo Geologico all’aperto
- Un libro di pietra
- Il gesso
- Indizi del passato
- I Gessi brisighellesi
- La grotta Tana della Volpe
- Rocce e paesaggio
- Argille Azzurre
- La paleosuperficie messiniana
- Trappole preistoriche
- Il fronte di cava
- Il banco selenitico
- La grotticella dei cristalli
- Strati scoperchiati
- La sezione Li Monti
- Gli animali e la cava
- Flora della cava
- Il gesso e l’Uomo


Questo è uno dei migliori punti dell’intera Vena del Gesso per osservare le rocce sulle quali poggia la Gessoso-solfifera, ovvero le cosiddette peliti eusiniche (note anche come “ghioli di letto”).

Peliti eusiniche

Sovrapposte ai termini più recenti della Formazione Marnoso-arenacea, queste peliti (ovvero rocce argillose e siltose) vengono definite “eusiniche” in quanto simili ai fanghi degli attuali fondali stagnanti del Mar Nero, per gli antichi Pontus Euxinus, risultando costituite da una tipica alternanzadi straterelli argillosi chiari e scuri.
Quelli chiari sono massivi e con abbondanti resti di organismi bentonici (cioè che vivevano sul fondo) mentre gliscuri, fittamente stratificati e con resti di pesci e altri organismi planctonici, se aperti emanano odore di bitume.
Si ritiene che i primi derivino da antichi fondali marini ossigenati e quindi ricchi di vita, mentre i secondi da fondi asfittici, cioè privi di ossigeno.
Questi episodi ciclici di ossidazione e riduzione della materia organica suggeriscono la progressiva diminuzione della circolazione delle acque del Mediterraneo di allora che avrebbe portato alla “crisi di salinità” messiniana.

I dati geologici e paleontologici suggeriscono per tali sedimenti un ambiente di deposizione costituito da un fondale marino profondo alcune centinaia di metri (scarpata continentale) mentre l’analisi di alcuni sottili orizzonti di “ceneri”, eruttate da antichi vulcani dell’area tirrenica toscana, ha permesso di collocarne la datazione tra 8 e 6 milioni di anni fa.

testi di M. Sami