MUSEO GEOLOGICO DEL MONTICINO
Indizi del passato
I fossili del monticino
- Il Museo Geologico all’aperto
- Un libro di pietra
- Il gesso
- Indizi del passato
- I Gessi brisighellesi
- La grotta Tana della Volpe
- Rocce e paesaggio
- Argille Azzurre
- La paleosuperficie messiniana
- Trappole preistoriche
- Il fronte di cava
- Il banco selenitico
- La grotticella dei cristalli
- Strati scoperchiati
- La sezione Li Monti
- Gli animali e la cava
- Flora della cava
- Il gesso e l’Uomo
Lo studio dei fossili permette al paleontologo, una specie di “detective” della preistoria, di comprendere e ricostruire il passato più remoto. E’ così che i reperti rinvenuti nella cava del Monticino ci aiutano a fare luce su un intervallo di tempo geologico, compreso tra 7,5 e 4,5 Ma (= milioni di anni fa), assai importante per l’evoluzione dell’intera area mediterranea.
Molto ricche di microfossili, queste argille marine conservano anche diverse tracce degli organismi (soprattutto invertebrati) che vivevano nei fondali fangosi di questo antico mare “padano”. Presenti, benché particolarmente rari, anche resti di pesci e cetacei.
I fossili più comuni appartengono a molluschi di acque salmastre, quelli però di gran lunga più importanti ed ai quali si deve la fama scientifica di tale sito sono i resti di vertebrati terrestri – rinvenuti nei riempimenti di antiche cavità – tipici di un ambiente emerso di tipo tropicale.
Dai sottili interstrati argillosi provengono soprattutto fossili di pesci e vegetali, assai più rari i resti di insetti, uccelli e testuggini che nel complesso indicano una laguna costiera comunicante col mare.
Conservano talora resti di molluschi marini, “ricci di mare” e pesci pelagici tra i quali abbondano i Mictofidi (“pesci lanterna”): tutto ciò suggerisce un ambiente marino abbastanza profondo.

Testi di M. Sami