MUSEO GEOLOGICO DEL MONTICINO
Il gesso
Un minerale che è anche roccia
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Le proprietà fisiche del gesso sono descritte già da Plinio il Vecchio (I sec. d.C.). Nella sua Naturalis Historia afferma che si tratta di una pietra tenera (mollis) e sfaldabile in lastre dello spessore desiderato (finditur in quamlibeat tenuas crustas). (foto M. Sami). |
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Questo minerale, tenero e luccicante, pur non essendo comune in Italia si trova un po’ lungo tutto l’arco appenninico fino in Sicilia: nella Romagna occidentale assume l’aspetto di una dorsale montuosa, lunga circa 20 km e larga in media appena uno, situata a cavallo delle Province di Ravenna e Bologna e nota come Vena del Gesso.

Ma cos’è il gesso?

Il gesso è un sale in forma cristallina, chimicamente si tratta di un solfato di calcio bi-idrato (CaSO4.2H2O). La disposizione “a strati” delle molecole d’acqua del suo reticolo cristallino spiega ad esempio la sua facilissima e perfetta sfaldatura piano-parallela. Un’altra caratteristica di questo minerale è la scarsa durezza (è possibile inciderlo anche con l’unghia!).
Dotato di lucentezza vitrea e perfettamente incolore se puro, il gesso si presenta solitamente sotto forma di cristalli tipicamente geminati a “coda di rondine” o a “ferro di lancia”, oppure variamente prismatici. Gli spessi strati della Vena del Gesso sono per la maggior parte costituiti da roccia gessosa a grossi cristalli detto selenite.

Ma qual è la sua origine?
Circa 6 milioni di anni fa (nel cosiddetto Messiniano) una serie di eventi concomitanti causarono l’interruzione del collegamento Mediterraneo-Atlantico: come conseguenza vi fu un’immane catastrofe ambientale definita “crisi di salinità messiniana”.
Ripetuti episodi di evaporazione delle acque mediterranee portarono alla precipitazione di enormi quantitativi di sali minerali, depositi che sono stati rinvenuti sui fondali del Mediterraneo e che possiamo riconoscere, per esempio, anche negli spessi strati selenitici della Vena del Gesso romagnola.

Testi di M. Sami