I Gessi brisighellesi – Museo Geologico del Monticino

MUSEO GEOLOGICO DEL MONTICINO

I Gessi brisighellesi
Un mondo nascosto

[Clicca sulla mappa per ingrandirla] Foto aerea georeferenziata con schema idrogeologico carsico dei Gessi di Brisighella (CTR e foto su autorizzazione Regione Emilia-Romagna; elaborazione grafica P. Lucci)
  1. Il Museo Geologico all’aperto
  2. Un libro di pietra
  3. Il gesso
  4. Indizi del passato
  5. I Gessi brisighellesi
  6. La grotta Tana della Volpe
  7. Rocce e paesaggio
  8. Argille Azzurre
  9. La paleosuperficie messiniana
  10. Trappole preistoriche
  11. Il fronte di cava
  12. Il banco selenitico
  13. La grotticella dei cristalli
  14. Strati scoperchiati
  15. La sezione Li Monti
  16. Gli animali e la cava
  17. Flora della cava
  18. Il gesso e l’Uomo
Vista panoramica della valle cieca della grotta Tana della Volpe, a ridosso dell’abitato di Brisighella (foto P. Lucci).
La cosiddetta “sala del laghetto” nella grotta Tanaccia, il maggior sistema carsico dei gessi brisighellesi (foto P. Lucci).
L’ampio ingresso della grotta Tanaccia, noto anche come il “cavernone preistorico”, rappresenta di fatto un’antica cavità risorgente (foto P. Lucci).

Il carsismo nella Vena del Gesso

Una forma carsica a grande scala nei Gessi di Brisighella: dolina con inghiottitoio della grotta Rosa Saviotti (foto P. Lucci).

La roccia gessosa può essere disciolta dall’acqua piovana nella misura di oltre 2,2 g per litro (è quasi 10 volte più solubile del calcare!).
Perciò, invece di scorrere in superficie, le acque meteoriche tendono a scavarsi un loro percorso sotterraneo – fenomeno noto col nome di carsismo – facilitate in questo dalla presenza di discontinuità quali interstrati, fratture o faglie.
Il paesaggio della Vena del Gesso è infatti caratterizzato da numerose forme carsiche a grande scala come doline e valli cieche.
le prime sono depressioni chiuse a forma di catino o imbuto, le seconde consistono in normali valli fluviali sbarrate da affioramenti di rocce carsificabili.

Entrambe raccolgono le acque piovane di superficie immettendole nel sottosuolo grazie agli inghiottitoi, a sviluppo prevalentemente verticale e dai quali prendono origine i corsi d’acqua sotterranei.
Questi proseguono poi nel loro percorso ipogeo, cioè la grotta vera e propria, per tornare a giorno più a valle mediante le cosiddette cavità risorgenti.

Schema riassuntivo delle principali forme carsiche di superficie e sotterranee (disegno M. Sami).
Solchi da dissoluzione carsica nel gesso selenitico affiorante nel settore occidentale del museo all’aperto del Monticino (foto M. Sami).

Come risultato la Vena del Gesso è attraversata in profondità da circa 220 grotte che ne fanno una delle maggiori zone carsiche gessose d’Europa. Più in particolare nei Gessi di Brisighella sono presenti una decina di cavità: nel settore più occidentale si sviluppano i due complessi carsici della grotta Tanaccia e delle grotte Rosa-Leoncavallo-Acquaviva-Alien, adiacenti ma autonomi, mentre quello più orientale “del Monticino” ospita la grotta Tana della Volpe sovrastata dall’omonima valle cieca.

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Testi di M. Sami