MUSEO GEOLOGICO DEL MONTICINO
Il banco selenitico
Cristalli giganti e batteri minuscoli
- Il Museo Geologico all’aperto
- Un libro di pietra
- Il gesso
- Indizi del passato
- I Gessi brisighellesi
- La grotta Tana della Volpe
- Rocce e paesaggio
- Argille Azzurre
- La paleosuperficie messiniana
- Trappole preistoriche
- Il fronte di cava
- Il banco selenitico
- La grotticella dei cristalli
- Strati scoperchiati
- La sezione Li Monti
- Gli animali e la cava
- Flora della cava
- Il gesso e l’Uomo
La base del II banco (= grosso strato) selenitico è caratterizzata da cristalli di gesso giganti lunghi quasi 1 m e scuri per l’alto contenuto di materia organica (se fratturati odorano di asfalto!). Osservandoli con una lente vi osserveremmo al loro interno sottilissimi “spaghettini” di colore chiaro: sono colonie filamentose fossili di cianobatteri fotosintetici inglobate dalla crescita dei cristalli di gesso che, sovrapponendosi tra di loro, possono dare luogo a particolari strutture finemente stratificate dette stromatoliti.
Nei banchi selenitici i cristalli di gesso possono presentarsi secondo 6 principali tipologie, definite facies sedimentarie, che si susseguono verticalmente in ogni strato ripetendosi ciclicamente (cicli sedimentari). La loro successione più o meno regolare viene interpretata in chiave paleoambientale e descrive un’oscillazione ciclica del livello del mare nella quale ad un’iniziale abbassamento (regressione) segue una successiva invasione di acque marine (trasgressione): tutto ciò senza indizi di un’emersione dei fondali!
Quando è completa, la successione rocciosa della Vena del Gesso consta di 16 banchi gessosi alternati a sottili livelli di argille scure, o interstrati. I primi 6 banchi sono i più potenti (“cicli maggiori”) raggiungendo complessivamente un centinaio di metri di spessore (ad essi, per esempio, appartengono i gessi del Monticino). La decina di banchi sovrastanti, meno spessi (da 4 a 10 m), costituisce invece i cosiddetti “cicli minori”.
testi di M. Sami