Il banco selenitico – Museo Geologico del Monticino

MUSEO GEOLOGICO DEL MONTICINO

Il banco selenitico
Cristalli giganti e batteri minuscoli

Modalità di crescita competitiva dei cristalli di gesso sul fondo dei bacini evaporitici. Il veloce accrescimento fa sì che i cristalli inglobino i batteri che si trovano sopra di essi (da Lugli et al., 2010, modificato).
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La base del II banco (= grosso strato) selenitico è caratterizzata da cristalli di gesso giganti lunghi quasi 1 m e scuri per l’alto contenuto di materia organica (se fratturati odorano di asfalto!). Osservandoli con una lente vi osserveremmo al loro interno sottilissimi “spaghettini” di colore chiaro: sono colonie filamentose fossili di cianobatteri fotosintetici inglobate dalla crescita dei cristalli di gesso che, sovrapponendosi tra di loro, possono dare luogo a particolari strutture finemente stratificate dette stromatoliti.

(clicca per ingrandire) Schema delle facies sedimentarie evaporitiche nella Vena del Gesso (da Lugli et al., 2010, modificato)

Nei banchi selenitici i cristalli di gesso possono presentarsi secondo 6 principali tipologie, definite facies sedimentarie, che si susseguono verticalmente in ogni strato ripetendosi ciclicamente (cicli sedimentari). La loro successione più o meno regolare viene interpretata in chiave paleoambientale e descrive un’oscillazione ciclica del livello del mare nella quale ad un’iniziale abbassamento (regressione) segue una successiva invasione di acque marine (trasgressione): tutto ciò senza indizi di un’emersione dei fondali!

Cicli maggiori e minori nella valle cieca del Rio Stella. L’intera successione (16 banchi gessosi) si è depositata tra 5,96 e 5,61 milioni di anni fa (foto M. Sami)

Quando è completa, la successione rocciosa della Vena del Gesso consta di 16 banchi gessosi alternati a sottili livelli di argille scure, o interstrati. I primi 6 banchi sono i più potenti (“cicli maggiori”) raggiungendo complessivamente un centinaio di metri di spessore (ad essi, per esempio, appartengono i gessi del Monticino). La decina di banchi sovrastanti, meno spessi (da 4 a 10 m), costituisce invece i cosiddetti “cicli minori.

“Mammelloni” alla base del II banco, cava Monticino: tali protuberanze derivano da cespi di grossi cristalli gessosi affondati nelle sottostanti argille (foto e disegno interpretativo M. Sami).

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testi di M. Sami

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