Argille Azzurre – Museo Geologico del Monticino

MUSEO GEOLOGICO DEL MONTICINO

Argille Azzurre
Tranquilli fondali marini

Paesaggio calanchivo in livrea invernale nei pressi di Pideura, tra Faenza e Brisighella. (foto M. Sami)
Paesaggio calanchivo in livrea invernale nei pressi di Pideura, tra Faenza e Brisighella. (foto M. Sami)
  1. Il Museo Geologico all’aperto
  2. Un libro di pietra
  3. Il gesso
  4. Indizi del passato
  5. I Gessi brisighellesi
  6. La grotta Tana della Volpe
  7. Rocce e paesaggio
  8. Argille Azzurre
  9. La paleosuperficie messiniana
  10. Trappole preistoriche
  11. Il fronte di cava
  12. Il banco selenitico
  13. La grotticella dei cristalli
  14. Strati scoperchiati
  15. La sezione Li Monti
  16. Gli animali e la cava
  17. Flora della cava
  18. Il gesso e l’Uomo
Fossili di microforaminiferi bentonici e planctonici dalle Argille Azzurre del Monticino (Pliocene Inferiore, zona a Globorotalia margaritae). (foto P. Ferrieri)
Fossili di microforaminiferi bentonici e planctonici dalle Argille Azzurre del Monticino (Pliocene Inferiore, zona a Globorotalia margaritae). (foto P. Ferrieri)
Già Leonardo da Vinci, descrivendo questi depositi “…di terra da fare boccali…” (adatti per l’arte ceramica) ricchi di una “..gran somma di nichi..” (conchiglie fossili), ne aveva dedotto l’origine di antico “…terren di mare…”.
Ricostruzione paleogeografica dell’Italia centro-settentrionale durante ilm Pliocene. (da Vai G.B., 1988)
Ricostruzione paleogeografica dell’Italia centro-settentrionale durante il Pliocene. (da Vai G.B., 1988)

Sia nella parte superiore della grande parete di cava che nella valle cieca della Tana della Volpe affiorano i depositi della Formazione Argille Azzurre (FAA), databili all’inizio del Pliocene Inferiore (circa 5 Ma = milioni di anni fa).
Appena a valle gli stessi danno luogo ad un’estesa fascia collinare caratterizzata dal peculiare fenomeno erosivo dei calanchi.

Tali rocce argillose segnalano la fine della “crisi di salinità messiniana” – durata quasi 700 mila anni – grazie al ripristino del collegamento tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo avvenuta circa 5,3 Ma (con cui inizia il Pliocene).

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L’estesa depressione padana, rioccupata dal mare, si trasformò così in un ampio golfo dai fondali prevalentemente fangosi che per quasi 4 Ma (fino a circa 1 Ma) ricoprì gran parte del bacino padano e dell’attuale basso Appennino Romagnolo.

Nella cava del Monticino queste argille marine sono ricchissime di microfossili (invisibili ad occhio nudo!) mentre i resti di molluschi, coralli isolati, echinodermi ecc. risultano assai scarsi.
Particolarmente rari ma nello stesso tempo significativi i ritrovamenti di resti di vertebrati marini quali pesci ossei, squali e balenottere.

I depositi delle Argille Azzurre forniscono la materia prima per la produzione della ceramica, assai sviluppata nel Faentino. (foto R. Tassinari)
(foto R. Tassinari)

Ricordiamo infine che l’argilla è la materia prima fondamentale per la produzione di ceramica, sia in forma di manufatti per uso domestico sia come materiale da costruzione (piastrelle e laterizi), attività non a caso particolarmente sviluppate nella vicina città di Faenza.

Argille azzurre
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